La sindome femoro-rotulea, detta anche condropatia rotulea, è una patologia legata al deterioramento della cartilagine rotulea, presente sulla porzione interna del ginocchio.
Il logoramento della cartilagine, che permette lo scorrimento della rotula nella gola dei condili femorali, è favorito dall’errata sinergia tra femore, rotula, tibia e i relativi muscoli che li azionano: in questa cattiva dinamica la rotula non svolge correttamente le sue funzioni, provocando attrito tra le componenti dell’articolazione
Approfondimento sulla rotula: quali sono le sue funzioni
La rotula svolge 3 funzioni essenziali, che nella sindrome femoro-rotulea sono compromesse:
- Protegge l’articolazione del ginocchio.
- Migliora la leva del muscolo quadricipite, garantendo stabilità al ginocchio.
- Permette l’estensione completa del tendine rotuleo, fornendo ulteriore articolarità del ginocchio.
La sindrome femoro-rotulea: principali cause
Le cause principali della sindrome femoro-rotulea sono:
- Squilibrio delle componenti muscolo tendinee del ginocchio, ad esempio i muscoli interni ed esterni della coscia (adduttori/glutei) troppo forti l’uno rispetto l’altro.
- Catena muscolare anteriore/posteriore della coscia poco elastica (cattiva abitudine allo stretching e vizi di postura).
- Cattivo utilizzo delle articolazioni limitrofe, come piede ed anca (per vizi di postura).
Tutti questi squilibri meccanici creano un cattivo scorrimento della rotula nel suo alloggio anatomico (la gola femorale), con conseguente attrito e logoramento della cartilagine.
Oltre a queste cause, riconosciamo anche questi fattori di rischio:
- Sport particolarmente stressanti per le ginocchia, come corsa o ciclismo.
- Età giovanile, in quanto la presenza di cartilagini di accrescimento può facilitare dinamiche articolari errate.
- Sesso femminile, poiché è una patologia che colpisce maggiormente le donne.
- Presenza di piedi piatti.
La sindrome femoro-rotulea: i sintomi
I sintomi sono un dolore presente in zona rotulea, accompagnato da scrosci articolari durante i movimenti. Possono peggiorare il quadro sintomatologico l’attività fisica prolungata e la rigidità che accompagna le posizioni prolungate statiche (seduto o in piedi).
La diagnosi
La diagnosi della sindrome femoro-rotulea viene eseguita da un ortopedico, il quale si avvale di una serie di test clinici ed esami obiettivi. A questi possono essere associati anamnesi e diagnostica per immagini, come risonanza magnetica o RX.
Vengono solitamente riconosciuti 4 gradi di gravità della patologia, a seconda del livello di logoramento che la cartilagine articolare ha raggiunto.
Come trattare la sindrome femoro-rotulea con l’osteopatia e la rieducazione posturale mézières
Il trattamento osteopatico ha degli ottimi risultati sulla sindrome femoro-rotulea, soprattutto nei primi 3 gradi di gravità della patologia.
Innanzitutto l’osteopata, con un’attenta osservazione, deve valutare la disfunzione che ha maggiore priorità sulla sintomatologia del ginocchio (ad esempio, un piede piatto o un malfunzionamento dell’anca).
Quindi con tecniche manuali specifiche restituisce la corretta sinergia osteo/muscolare, andando a trattare:
- La rotula e il suo scorrimento nella gola dei condili femorali, con eventuale lavoro di detensionamento articolare, per ridurre l’attrito di rotula e femore.
- I movimenti dell’articolazione dell’anca e delle vertebre lombari/dorsali.
- Il piede con tutte le sue articolazioni.
- Le catene muscolo-fasciali anteriori/posteriori ed interne/esterne, andando ad allungare le più retratte e detensionando quelle opposte.
- Le articolazioni dell’arto inferiore, mettendole in relazione tra loro, per farle funzionare in sinergia.
- Infine, insegnare al paziente (soprattutto se sportivo), quali allungamenti miofasciali eseguire (esercizi di allungamento posturale Mézières) e come gestire il sintomo doloroso se dovesse ricomparire.
Oltre al trattamento osteopatico, il ginocchio con sindrome femoro-rotulea giova anche delle applicazioni di ghiaccio, di farmaci antifiammatori e di riposo.
Fonte:
I concetti esposti in questo articolo derivano dall’esperienza professionale e dalla formazione presso l’EOP – SCUOLA DI ALAIN BERNARD
Dott. Massimo Lo Conte
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