Il reflusso gastroesofageo è un disturbo molto frequente nei paesi industrializzati: ne soffre quasi il 40% della popolazione compresa tra i 40 e i 60 anni di età.
Il reflusso è caratterizzato dalla risalita dei succhi gastrici dello stomaco nell’esofago e può essere solo un disturbo sporadico o diventare una vera e propria patologia. A seconda dei casi, l’approccio e il trattamento sono molto diversi: con una sintomatologia sporadica e lieve, il problema può essere gestito migliorando la dieta, il proprio stile di vita e la postura; con sintomi che perdurano o si intensificano (malattia da reflusso gastroesofageo), sarà necessario intervenire su dieta, stile di vita e postura, ma anche aggiungere a questi rimedi un consulto medico specialistico.
Reflusso gastroesofageo: le cause
La causa del reflusso gastrico perlopiù dipende da una di queste tre alterazioni meccaniche:
- Incontinenza del cardias, ovvero della valvola che regola il passaggio del bolo alimentare dall’esofago allo stomaco
- Stress diaframmatici o ernia iatale (l’esofago attraversa il diaframma prima di sfociare nello stomaco, dunque vizi di postura possono causare stress meccanici sul tubo esofageo)
- Prolungata permanenza del bolo alimentare nello stomaco.
Queste alterazioni possono presentarsi insieme ad altre concause, quali:
- Farmaci gastrolesivi (come, antidepressivi o antidolorifici) che facilitano l’incontinenza del cardias
- Squilibrio pressorio tra cavità toracica e addominale, che genera un cattivo funzionamento diaframmatico (ad esempio, per una prolungata postura sedentaria)
- Cattive abitudini alimentari (ad esempio, una dieta troppo ricca di grassi o bevande gassate)
- Cattivi stili di vita (ad esempio, abuso di alcool, fumo)
- Stress
- Gravidanza
- Obesità
- Familiarità.
Reflusso gastroesofageo: i sintomi
I sintomi del reflusso sono da ricondurre alla risalita del contenuto gastrico nel tubo esofageo, il quale presenta mucose differenti rispetto a quelle dello stomaco e soffre la presenza di sostanze per le quali non è preparato.
I principali sintomi sono:
- Alitosi
- Tosse stizzosa
- Senso di bruciore allo stomaco
- Senso di bruciore alla bocca
- Rigurgito acido.
Questi sintomi se trascurati possono portare ad una vera e propria malattia da reflusso gastroesofageo: in questo caso è bene rivolgersi ad uno specialista per evitare possibili aggravamenti, come emorragie, gastriti, ulcere gastriche o esofagiti.
Reflusso gastroesofageo: i rimedi con l’osteopatia
L’approccio osteopatico/posturale può aiutare a risolvere il reflusso gastroesofageo lavorando in primis sul diaframma.
All’interno dell’organismo la cavità addominale e quella toracica sono separate dal muscolo diaframma, che fa da moderatore tra queste aree. La postura scorretta, la sedentarietà eccessiva, uno stile di vita errato influenzano negativamente l’equilibrio tra queste due cavità, spingendo il diaframma a porvi rimedio e causando così punti di forza non armonici o disequilibri che possono stressare il passaggio esofageo.
Ecco perché il lavoro dell’osteopata parte da tre step iniziali:
- La manipolazione diaframmatica
- La rieducazione del diaframma
- La rieducazione del diaframma rispetto la colonna.
stimolando così il corretto funzionamento della parte finale dell’esofago e del cardias.
Dopo la manipolazione diretta sul diaframma, il passo successivo è la rieducazione posturale con il Metodo Mézières, per evitare che la postura scorretta condizioni il funzionamento diaframmatico ed esofageo.
Se anche tu soffri di reflusso gastroesofageo, contattami per una prima visita o per saperne di più su come l’osteopatia possa risolvere questa problematica.
Dott. Massimo Lo Conte
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